Soldi nel mattone - 08-09-01 - Vittorio Pagliarulo

 

 

Tanti anni fa era consuetudine, tra le famiglie contadine, nascondere i propri risparmi sotto il “mattone”.

Ciò rappresentava sicuramente una forma di investimento poco redditizia, ma che senz’altro rendeva più difficoltoso il compito di coloro che volevano appropriarsene indebitamente.

Oggi si assiste ad un fenomeno sociale per certi versi simile, ma che nasconde insidie di natura diversa. 

Infatti molte famiglie decidono di mettere i propri risparmi nel “mattone” - questa volta però ci si riferisce all’acquisto di case - che da sempre ha rappresentato una forma di investimento sicura, che si rivaluta nel tempo.

L’insidia, in questo caso, deriva dalla politica dell’Amministrazione Locale che nell’adozione di un Piano Regolatore illegittimo, ha sottratto ai risparmiatori soldi dal classico mattone (è sufficiente quanto segue per considerare il P.R.G. di questo Comune, illegittimo): coloro che hanno deciso di investire in case nell’arco degli ultimi dieci anni hanno assistito a perdite di valore del loro investimento dal 20 al 40%. 

Basti rilevare che il numero di case sfitte e invendute è impressionante, se si considera che il nostro paesino conta meno di 6.000 abitanti.

Se i nostri antenati non avevano da opporre grandi rimedi alla sottrazione coatta dei loro risparmi, lo stesso non può dirsi dei tempi attuali, dove esiste per i nostri risparmiatori-investitori il cosiddetto “interesse legittimo” a che la Pubblica Amministrazione agisca nel rispetto di norme che garantiscano, tra l’altro, una razionale crescita urbanistica, unico mezzo per mantenere in equilibrio la domanda e l’offerta. 

Rispetto agli antenati, i nostri risparmiatori-investitori possono chiedere il risarcimento dei danni. 

Quanto appena sostenuto non è frutto di fantasia o di lucida follia: informarsi per credere.